Via Padova e dintorni è il caso letterario del 2018, a Milano. Ecco perché dalle parole di Dino Barra, autore insieme a Tatiana Agliani e Uliano Lucas di questa raccolta fotografia di 120 scatti d’epoca che raccontano la storia di Milano.
A dicembre, la storica Associazione Amici del Parco Trotter ha pubblicato un libro che sta facendo parlare di sé. Si intitola Via Padova e dintorni. Identità e storia di una periferia milanese: curato, ad otto mani, da Tatiana Agliani, Dino Barra e Uliano Lucas è il risultato di un progetto promosso dall’Associazione Amici del Parco Trotter.
Nato dalla volontà di ricostruire la storia, e l’identità, di uno dei quartieri più discussi della città, è una raccolta di 120 immagini che raccontano la vita di tutta la città.
Un libro che sta facendo parlare di sé.
Con Dino Barra, membro del direttivo dell’Associazione Amici del Parco Trotter, scopriamo il perché di questo successo.
Via Padova e Dintorni è un libro dedicato al nostro quartiere ed è un libro fotografico. Dove e quando è nata l’idea di creare un libro di questo tipo? Il libro è stato concepito all’interno dell’esperienza associativa di lunga data. Ci sono stati dei momenti, in passato, in cui sono accadute cose, in Via Padova, poco piacevoli, come lo stigma di quartiere degradato mentre, tra i molti problemi che ha, si è sempre propensi a dimenticare le risorse e la vitalità che la anima, non comuni e che, sotto molti punti di vista, racconta la Milano che verrà. Il racconto, invece, di una via criminalizzata e off limits, ci ha spinto a voler raccontare il quartiere attraverso la strada dell’esplorazione della memoria della via stessa.
Il libro è una raccolta di 120 foto raccolte tra archivi privati e pubblici. Come avete fatte a censirle e a raccoglierle? Questa è una domanda importante perché nel progetto che abbiamo realizzato nell’arco dell’ultimo anno, abbiamo raccolto immagini sia da archivi storici e specialistici della città, ma anche e soprattutto da quelli privati delle persone che abitano Via Padova e che abbiamo contattato tramite il passaparola e il contatto diretto. Ci hanno dato fiducia e hanno aperto gli album del loro ricordi per consegnarci questi documenti fotografici, per noi molto importanti. Il libro, esprime una sorta di racconto storico- antropologico delle persone che hanno abitato la via dall’inizio del 900. Uno degli obiettivi di questo progetto è proprio questo: quello di ri-creare un tessuto connettivo nel quartiere che possa cominciare proprio dalla riscoperta della propria storia. Via Padova è una via di lavoratori e immigrati da sempre e il racconto di questa storia può aiutare a rivalutare la sua stessa identità.
Qual è l’istantanea di Via Padova e della sua storia che il vostro libro ha restituito, oggi? Anche se parla di passato, il libro allude e parla anche del presente. Possiamo dire che Via Padova ha il dna di essere una via di flussi, non solo di macchine e di mezzi, ma anche e soprattutto di persone. Dalla fine dell’Ottocento, piccolo borgo fuori Milano, si è popolata hrazie alla manodopera contadine della bergamasco, poi del meridione e, oggi, da ogni parte del Mondo. Via Padova oggi è quello che è sempre stata: un quartiere di migrazioni, con delle problematicità, ma comunque di accoglienza e di apertura. Questo è il dato più importante perché delinea, la stessa Via Padova, come un laboratorio sociale di primaria importanza che influenzerà il futuro della stessa città di Milano.
Sabato 20 gennaio, alle 10:30, sarete alla Libreria Covo della Ladra di Via Scutari per presentare “Via Padova e dintorni”, e dopo? Quali progetti avete in cantiere? Noi ci auspichiamo che possa continuare e, per marzo, abbiamo già in lavorazione un docu-film legato a questo stesso progetto fotografico. In secondo luogo, in questa ricerca storico fotografica partecipata, abbiamo raccolto più di 6ooo documento fotografici, alcuni anche molto belli a cui non rinunceremo. Dopo l’estate lavoreremo alla realizzazione di una mostra, con il coinvolgimento delle istituzioni della città e del nostro territorio, come la Libreria Covo della Ladra. In prospettiva, c’è poi anche l’idea di costruire, alla Casa del Sole, nel Parco Trotter, un centro di documentazione sulla storia del territorio, censendo le foto, mettendole a disposizione di chi ne vuole fruire e poi continuando la nostra operazione di raccolta perché, e scusate l’espressione quasi da slogan, non c’è presente e non c’è futuro se non c’è la conservazione e la valorizzazione della memoria di ciò che siamo stati.