La notizia è che resistono tenacemente sacche di sorrisi, bellezza e addirittura poesia sul pianeta terra, nonostante i tanti ‘nonostante’ che possono venire in mente a tutti. Un’altra notizia è che a volte sono davvero dove meno te l’aspetti, chissà magari sono meglio custoditi proprio perché più in pericolo. Noi cacciatori di felicità rimaniamo un po’ stupiti, ma subito corriamo come falene verso la luce e cerchiamo di capire il semplice segreto di tanta gioia.

Quando Luca Lo Presti è arrivato a Kabul alla ricerca di un po’ di verità ha trovato proprio questo: sorrisi, rose e poesia coltivati e custoditi dalle donne della città, quelle stesse donne che di battaglie ogni giorno ne devono combattere tante e forse per questo festeggiano la vita più spesso e più forte.

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Luca Lo Presti è anche il presidente di Pangea, Fondazione onlus che a Kabul ha uno dei suoi progetti di aiuto destinati alle donne: attraverso il microcredito, le si aiuta ad avviare un’attività, che vuol dire istruzione, indipendenza, un po’ più di libertà per se stesse e per i loro figli.

Ci vuole parecchio coraggio, ci vuole un po’ di testa dura e tanta voglia di sorridere e regalarsi momenti di gioia. Così le donne di Kabul coltivano rose e si fanno belle mentre guadagnano un’ora e un metro quadro in più di pace ogni giorno. Ci hanno proprio incuriosito e così abbiamo chiesto a Luca di dirci come è l’estate delle donne di Kabul.

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Si fanno incontri strani a kabul, tipo rose fiorite in un giardino di terra e pietra. chi le ha piantate e perché? L’incontro sembra strano perché è normale credere che la guerra indurisca i cuori degli afghani ma per fortuna non è così, o almeno non sempre. Qui a Kabul ho tante amiche che nei giardini delle loro case piantano rose e girasoli e, anche se apparentemente immuni a questo tipo di poesia, anche gli uomini amano i fiori. Mi capita spesso di vedere che proprio gli uomini che sembrano più duri poi, senza farsi vedere, si fermano, li guardano e magari sentono il profumo, perché oggi qui a Kabul si inizia ad andare oltre i bisogni basilari e torna il bisogno di bellezza.

Dalla minigonna degli anni ’70 al burqa di oggi sola andata (per il momento). l’abito delle donne è terreno di battaglia, loro cosa ne pensano? Per molte donne afghane il burqa e’ ancora obbligatorio, per altre opportuno, altre ancora lo rigettano. L’altro giorno, per esigenze fotografiche, ad una nostra giovane collega afghana abbiamo chiesto di indossare il burqa e la sua smorfia avrebbe dovuto essere il vero soggetto da fotografare! L’abito, che a noi colpisce molto, certo e’ la parte che più appare ma assicuro che e’ l’ultimo dei loro problemi. I bisogni delle donne in questo paese sono ancora moltissimi e la via per il riconoscimento del genere lunga da percorrere.

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Mia madre mi ha cresciuta ripetendo ogni giorno che l’indipendenza economica per una donna è fondamentale. In Emilia, figuriamoci a Kabul! Cosa significa per una donna avere un lavoro lì? Le donne lottano per i loro diritti e sperano in un futuro migliore per le loro figlie. Con Pangea proviamo a aiutarle con un progetto che prevede, oltre ai servizi sanitari, la scolarizzazione, gli asili e tutto quello che serve come un prestito perché possano iniziare con vere e proprie piccole attività imprenditoriali. La bellezza di avere un lavoro la si legge nel loro portamento orgoglioso quando hanno i loro soldi e possono comprare ciò che occorre ai figli ma, soprattutto, possono mandarli a scuola e non farli mendicare. I loro sorrisi sono il segno di una speranza per un futuro di libertà e indipendenza. Spero un giorno possano essere forti e orgogliose come le donne emiliane!

Quali sono i lavori scelti? Cosa c’entra Pangea, la fondazione onlus che presiedi? Pangea riesce a dar vita ai sogni di queste donne. Il microcredito e’ concretezza e accompagnamento verso la vita. Le donne aprono attività tra le più disparate come banchetti dove vendono ogni cosa, ad esempio, frutta e verdura, ma, più frequentemente, scelgono lavori più tradizionali: fanno le sarte, cuciono sgargianti trapunte, fanno pani squisiti o aggiustano scarpe ma abbiamo anche gioielliere, truccatrici e parrucchiere anche grazie anche al fatto che Pangea ha aperto corsi proprio per parrucchiere e truccatrici!

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Le donne custodiscono la bellezza e il sorriso, medicinali taumaturgici, per se stesse e per le proprie famiglie. come si custodiscono le donne? Per un uomo è difficile conoscere i segreti di una donna a qualunque latitudine, dunque è difficile per me trovare una risposta. La cosa che so e che ribadisco, è che siamo tutti esseri umani con gli stessi bisogni, uomini e donne, in qualunque parte del mondo siamo nati. Custodiamo dunque tutti gli stessi sogni di pace e prosperità in un cassetto segreto in fondo al cuore e la chiave d’accesso per le donne son certo, ma correggimi tu nel caso, passa attraverso l’amore e la ricerca della bellezza. Ti saluterei riportandoti una frase che oggi, inaspettatamente, Laila, la donna simbolo del nostro progetto, ha scritto sul mio taccuino: “questo paese sarà bello quando le donne potranno mostrare la loro bellezza!”.