Pensate a quanto siamo sensibili alle sensazioni che proviamo in certi momenti. Prendete me per esempio, un soffio di vento con un profumo particolare, mi ha fatto tornare indietro di 40 anni. Subito ho sentito dentro di me quella sensazione POSITIVA che prova un bambino di otto anni e immediatamente sono apparsi nella mia mente tutta una serie di immagini e di sogni di quegli anni. Un periodo molto diverso da adesso, quando la vita era semplice, pulita, genuina, quando ancora le persone si riunivano e si ritrovavano per strada, facevano amicizia, parlavano e comunicavano tra di loro con la voce e con parole.
Era il 1966, avevo appena finito la scuola e stavano iniziando le vacanze estive, ero appena stato promosso in 3° elementare ma già si potevano intuire le mie attitudini creative: ero il più bravo della classe in disegno ed avevo la musica nel sangue.
Proprio con la musica avevo un appuntamento fisso, il venerdì alle 13 non perdevo mai la Hit Parade che trasmettevano alla radio, la classifica musicale dei dischi più venduti in Italia. Questa trasmissione ASCOLTATISSIMA da tutti i giovani, era il modo migliore (e l’unico) per conoscere la musica e le novità che venivano dall’estero, in particolare dall’Inghilterra e dall’America, due paesi che per noi italiani rappresentavano il grande sogno, the promise lands, quelle dove tutti volevano andare!
La musica e i dischi in vinile erano il modo, insieme alle notizie che arrivavano dalla televisione o dai giornali, di scoprire cosa succedeva in quei paesi così moderni e all’ avanguardia. Sempre di più imitavamo i loro gusti musicali, il loro modo di vestirsi, di pettinarsi, di VIVERE. Volevamo essere come loro.
Si, il vinile, una cosa ormai dimenticata e appannaggio solo degli appassionati di vintage come me. Erano gli anni dei primi jukebox, dei primi giradischi e mangiadischi, dei primi 45 Giri. Michelle/Girl (nel 45 di vinile lato A e lato B) erano le mie canzoni preferite e i BEATLES erano il gruppo inglese che faceva impazzire i giovani di tutto il mondo ed anche ME. La loro musica era una rivoluzione epocale e con il loro ritmo POPROCK nasceva la BEATGENERATION.
I Beatles furono come un’onda in piena, un fenomeno che travolse la mia generazione come una scossa tellurica mai sentita fino ad allora, una rivoluzione epocale perché con i Fab Four nacquero in tutto il mondo i gruppi musicali, le BAND o i COMPLESSI (come si definivano in Italia).
La loro musica, il loro modo di comportarsi sul palco e fuori, il loro modo di vestire, faceva impazzire e influenzava le nuove generazioni di tutto il mondo, quando arrivarono nel ‘65 al Vigorelli di Milano (di cui questo anno si festeggia l’anniversario), fu delirio allo stato puro. Arrivarono con i loro vestiti neri slim, i colletti bianchi, i caschetti di capelli folti, come degli alieni per noi italiani che ancora eravamo ai margini del cambiamento degli anni sessanta. Erano dei Divi da ascoltare e da osservare, pazzeschi e rivoluzionari. Ancora oggi sfogliando libri o guardando programmi che parlano di loro, mi rendo conto quanto ancora siano alla MODA, dopo 40 anni.
Sono famose le giacche alla Beatles, i mocassini bianchi con i pantaloni corti, le camicie bianche con i collettini tondi e le cravattine nere, le camicie di spugna, i cappellini da marinaio, le pellicce a pelo lungo o di Astrakan, i primi patchwork, le divise militari usate come daily fit, senza pensare ai beatles, gli stivaletti che restano un must have dei nostri armadi.
Dopo il loro arrivo in Italia, tutti volevano portare il loro caschetto, una tendenza che ritrovo oggi nelle giovani generazioni di 15/16 Anni. Sull’onda dei Beatles anche in Italia si formarono una serie illimitata di complessi che cercavano di imitarli, sia nell’idea musicale che nel modo di vestirsi, di presentarsi sul palco, tutti volevano essere i Beatles.
Poco tempo fa ho incontrato a cena un gruppo di amici più o meno giovani, per curiosità ho chiesto se li conoscevano, se avevano in mente le loro canzoni e quale fosse la loro preferita. E’ stata un’ovazione, ognuno ha iniziato a dire quale fosse la hit preferita Yesterday…Hey Jude…Let it be…Michelle…Girl e ad ogni titolo, ognuno di noi cominciava a CANTOSTONARLA.
Questa è la forza ed il piacere del ricordo, un’emozione che non deve mai oltrepassare i limiti e non deve mai essere eccessiva, l’importante è che in quel momento riesca a riportarci indietro nel tempo, facendoci rivivere momenti INDIMENTICABILI.